ufficio stampa
15 Dicembre 2022
Il 17 novembre 2022, il Ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli, ha presentato alle regioni italiane la bozza di disegno di legge “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione”.
Cerchiamo di capire in cosa consiste l’autonomia differenziata.
Sono passati cinque anni dai referendum promossi dalle Regioni Lombardia e Veneto, alle quali si è poi aggiunta l’Emilia-Romagna, per l’attuazione dell’art. 116 terzo comma della Costituzione, e per l’attuazione dell’autonomia differenziata
Originariamente, la Costituzione prevedeva già livelli diversi di autonomia per le regioni italiane. Sempre l’art. 116, infatti, distingueva tra quindici regioni a statuto ordinario e cinque regioni a statuto speciale (nonché due province autonome).
La riforma costituzionale del 2001, peraltro confermata da referendum popolare, aggiungeva il terzo comma all’art. 116, che da allora prevede che, successive forme e condizioni particolari di autonomia possono essere attribuite ad altre regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della regione interessata, sentiti gli enti locali, nel rispetto dei principi di cui all’articolo 119.
La legge e stata approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti, sulla base d’intesa fra lo Stato e le regioni interessate.
La bozza presentata è costituita da nove articoli e un allegato (le materie trasferibili alle regioni). Diversi i passaggi controversi, che hanno già sollevato seri dubbi da parte di molti presidenti di regione del Sud.
La questione dell’autonomia differenziata, ha sonnecchiato in questi anni. Dopo il Governo Gentiloni, che sottoscrisse tre accordi preliminari, sia i governi Conte, che quello Draghi, hanno marcato passi avanti.
Sono riemersi con veemenza, dopo la vittoria delle destre, poiché il tema dell’autonomia differenziata, è contenuto nell’accordo quadro di programma sottoscritto dai leader della coalizione vincente.
L’enfasi con la quale la Lega evidenzia l’importanza dell’obiettivo, si concreta in affermazioni del tipo: ” (…) L’autonomia è una dimensione spirituale, un’autentica vocazione”. Una questione politica, dunque.
Al di la della poesia, il nodo centrale rimane quello delle risorse e del loro impiego. L’idea delle regioni promotrici è quella di trattenere parte delle tasse pagate nel territorio regionale, (IVA, IRPEF) fino alla misura dei 9/10 del gettito, per finanziare le maggiori competenze.
La Corte Costituzionale si è pronunciata sul tema, bocciando i quesiti referendari.
Per quanto riguarda le norme di accesso, non si fa menzione, invece, di criteri tecnici minimi per la richiesta. Per esempio, non si richiede che la regione richiedente abbia i conti in ordine, o non sia stata commissariata in precedenza per la gestione delle materie di cui fa richiesta.
Il ruolo dei soggetti coinvolti nel procedimento, è poi esplicitato in un articolo ad hoc. Concretamente, questo significa che il Parlamento potrà solo approvare o no lo schema d’intesa, senza poterne cambiare i contenuti. In pratica, per una materia così delicata, si adotta un meccanismo analogo a quello utilizzato per le intese con le confessioni religiose!
Una somiglianza dovuta dal fatto che, per entrambe le tipologie di accordi, la Costituzione utilizza la medesima dicitura (Intesa). Non può sfuggire che la rilevanza della questione, dal punto di vista sostanziale, e del tutto diversa. E poi, è davvero curioso, se non inquietante, che l’organo propriamente legislativo (il Parlamento) abbia solo un potere di “mera approvazione” sulla cessione ad altri soggetti di competenze che invece, secondo la Costituzione, sono sue.
Un altro elemento cruciale della legge di attuazione è il ruolo dei livelli essenziali delle prestazioni (Lep). Secondo un articolo specifico della Costituzione, devono essere determinati dal Parlamento e garantiti sull’intero territorio nazionale. I Lep riguardano materie “concernenti i diritti civili e sociali”, un argomento questo che merita un serio dibattito.
. La bozza di DDL prevede, all’art. 3, che prima di procedere all’intesa, debbano essere definiti tali Lep. Una previsione doverosa, naturalmente, ma, poco dopo, la stessa bozza prevede che Governo e regioni possano procedere all’intesa, nelle more del dibattito parlamentare. Fino alla definizione dei Lep, quindi, l’accordo prevedrebbe un finanziamento basato sullo storico, per quella competenza trasferita (mi costava 100, ti do 100) in attesa che si definiscano i Livelli Equivalenti.
Il nodo delle risorse è particolarmente aggrovigliato, e a questo proposito anche l’Ufficio parlamentare di bilancio ha espresso forti dubbi.
Proseguendo, l’art. 5 della bozza afferma che “Le funzioni amministrative trasferite alla regione in base all’intesa approvata con legge, possono a loro volta essere attribuite a comuni, province e città metropolitane dalla medesima Regione, in conformità all’articolo 118 della Costituzione, contestualmente alle relative risorse”. Si tratta di un articolo solo apparentemente marginale. L’esperienza del 2018 tra Governo e le regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto ha proprio dimostrato come le intese si siano sviluppate non tanto attorno alle competenze legislative, di cui gli organi statali preposti (il Parlamento, ma anche i singoli ministeri) sono particolarmente gelosi, ma soprattutto attorno alle competenze amministrative.
L’art. 6 della bozza interviene sulla durata delle intese. Non è indicata, ma può essere prevista dal singolo accordo. Forse sarebbe meglio stabilire una durata minima e massima delle intese (con possibilità di rinnovo) e lasciare ai singoli accordi la possibilità di verifiche periodiche.
Così come sarebbe utile assegnare comunque una clausola di tutela dell’interesse nazionale al governo che, in circostanze straordinarie, potrà recedere anche unilateralmente dall’intesa.
Il timore, equamente diviso tra tecnici e politici, è che le regioni non siano pronte per affrontare questo passaggio.
L’esempio più classico di autonomia è quello della sanità, che rappresenta una grossa voce nel bilancio delle regioni. A oggi, l’autonomia ha prodotto dissesti, commissariamenti, e un bailamme burocratico assurdo; e nel futuro, qual ora ci fossero problemi finanziari, si dovrebbero comunque sussidiare i territori più poveri, col rischio di vanificare la riforma.
Completa il programma di finanziamento il passaggio dal criterio della spesa storica a quello del fabbisogno standard, anche se, in attesa della definizione del secondo, si continuerà ad applicare il primo.
Forse bisognerebbe partire dall’analisi dei modelli in atto, sviscerandone i difetti e le debolezze, le virtù e i vizi, prima di attribuire nuove forme di autonomia.
mdp
14 Dicembre 2022
Il 14 Dicembre al Park hotel di Mercato San Severino, si è tenuto il VII Congresso della FILT di Salerno
è stato eletto all’unanimità Gerardo Arpino Segretario Generale FILT Salerno.
negli interventi di Amedeo D’Alessio Segretario Generale FILT Campania e di Antonio Apadula Segretario Generale della CGIL Salerno, è stato evidenziato l’importanza della categoria dei lavoratori impegnati quotidianamente, ha concluso i lavori Fabrizio Cuscito Segretario Nazionale FILT CGIL
mdp
12 Dicembre 2022
Il Direttivo FIOM Salerno ha confermato Segretaria Generale Francesca D’Elia con il 98% dei consensi.
Alla Compagna Francesca gli Auguri di buon lavoro.
mdp
12 Dicembre 2022

Milano. Anche se è già passato l’orario di chiusura, sono ancora in molti dentro i locali della Banca Nazionale dell’Agricoltura, in Piazza Fontana, è giornata di mercato venerdì 12 Dicembre 1969,. Il salone è rimasto aperto ancora un po’, attorno al grande tavolo posto al centro, si attardano, per le ultime operazioni, sensali, bergamini, fittavoli, commercianti di mangimi e granaglie. All’improvviso, sono le 17,30, un boato assordante scuote l’edificio, mentre un odore strano ammorba l’aria; quando cala il nuvolone provocato dai calcinacci, lo scenario è spaventoso: a terra rimangono 17 persone morte, ed altre 88 ferite. “ E’ scoppiata una caldaia!” si pensa in un primo tempo, ma ben presto si capirà che la realtà era un’altra: “E’ stata una bomba, non c’è dubbio”. Dopo pochi minuti, sempre a Milano, nella sede della Banca Commerciale Italiana in Piazza della Scala, è rinvenuta da un commesso una seconda bomba, inesplosa. A Roma, quasi contemporaneamente, nel giro di trenta minuti esplodono altre tre cariche, provocando complessivamente 17 feriti. Si contarono dunque cinque attentati terroristici, nel pomeriggio di quel giorno, nello spazio temporale di cinquantatré minuti; volti a colpire simultaneamente Milano e Roma. E’ un piano criminale lucido, preciso, curato nei minimi particolari, è il culmine di un’escalation. Le bombe del 12 Dicembre scoppiano in un’Italia dove, dall’inizio dell’anno, si sono contati 145 attentati, solo alcuni rivendicati, di matrice politica diversa. Sono gli ingredienti necessari alla “strategia della tensione” che si sta realizzando nel Paese. Il disegno si configura ben presto chiaro: attraverso il disordine, la violenza e le bombe, si vuole favorire una reazione dello Stato in senso autoritario ed antidemocratico. E’ la stagione delle grandi lotte sindacali, volte alla conquista di diritti, di uguaglianza e di riforme, che oggi sembrano definitivamente acquisiti. Gli attentati aprono scenari oscuri e complicati. Le indagini vedranno coinvolti, in un guazzabuglio d’ipotesi, in un primo tempo gli anarchici; poi gli infiltrati dei servizi segreti deviati, quindi gli ambienti della C.I.A. presenti nelle basi N.A.T.O. in Italia, i vertici delle forze armate italiane, ed infine i gruppi eversivi d’estrema destra. Gli investigatori partono in fretta, con il piede sbagliato, e in una sola direzione; in un clima da “caccia alle streghe”, gli inquirenti iniziano a setacciare gli ambienti dell’anarchismo. La sera stessa degli attentati viene fermato, e condotto alla questura di Milano, il ferroviere Giuseppe Pinelli, elemento di punta del circolo anarchico “Ponte della Ghisolfa”. E’ sospettato da subito di essere uno degli autori della strage. Dopo tre giorni di continui ed estenuanti interrogatori,senza sosta, la mezzanotte tra il 15 e il 16 Dicembre, Pinelli “salta” da una finestra del quarto piano dell’ufficio politico della questura. Il suo cadavere viene rinvenuto nell’aiuola sottostante. Il questore dichiarerà alla stampa che era fortemente indiziato, che i suoi alibi erano caduti, e quindi, sentendosi perduto, aveva compiuto un ultimo disperato gesto. Oggi sappiamo che l’alibi era stato confermato da vari testimoni, tutti attendibili. Il 15 Dicembre, viene arrestato a Milano e trasferito nella capitale, con l’accusa di concorso in strage, un altro anarchico. Il “mostro” come lo definirà sbrigativamente buona parte della stampa, è Pietro Valpreda, 37 anni, di professione ballerino, disoccupato, militante del “Circolo Anarchico 22 Marzo” di Roma; per gli inquirenti è la quadratura del cerchio! Lo incastra, con una testimonianza contraddittoria e poco plausibile Cornelio Rolandi un tassista. Costui ha una folgorazione, e si presenta ai carabinieri, tre giorni dopo gli attentati, per raccontare la sua storia: avrebbe trasportato Valpreda il pomeriggio del 12 Dicembre, facendo un tragitto di 130 metri (sic!) con la sua vettura, da Piazza Beccaria a Piazza Fontana. Guarda caso, nella mattinata del 15 Dicembre, la radio aveva annunciato che era stata posta una taglia di 50 milioni di lire, a favore di chi avesse fornito elementi utili ad individuare i colpevoli della strage. Se il supertestimone fosse arrivato al processo i 50 milioni non glieli avrebbe tolti nessuno, in vece morirà in vasca da bagno il 16 Luglio del 1971. Le indagini ed i ripetuti processi che si susseguiranno negli anni, non daranno risposte agli interrogativi che quest’oscura vicenda pone: chi furono i mandanti? Chi gli esecutori materiali?. La responsabilità delle stragi non può che essere ricondotta all’estrema destra, lo hanno detto le carte, i documenti, gli atti processuali. Carlo Digilio, neofascista di Ordine Nuovo, ha confessato il proprio ruolo nella preparazione dell’attentato, coinvolgendo anche Freda e Ventura, componenti della stessa organizzazione. Il 2 Maggio del 2005, parte degli accusati, militanti della destra eversiva, condannati all’ergastolo in primo grado,saranno assolti in sede giudiziaria, altri si gioveranno della prescrizione. Ai familiari delle vittime verrà richiesto, con un’ineffabile beffa, il pagamento delle spese processuali! Solo alcuni esponenti della catena di comando dei Servizi Segreti, verranno condannati per i ripetuti depistaggi, compiuti nel tentativo, peraltro riuscito, di coprire i veri autori delle stragi ed i loro mandanti. Dopo 52 anni la morte di Giuseppe Pinelli è ancora un mistero, le sue modalità non sono mai state chiarite, anche se la magistratura è concorde nel ritenerla accidentale. A noi non resta che ricordare ed onorare le vittime innocenti di quegli attacchi eversivi, sacrificate per un progetto criminale, che mirava a scardinare lo stato democratico, per favorire svolte autoritarie.
mdp
12 Dicembre 2022
Il 12 dicembre 2022, si è svolto a Paestum il IV° congresso della FILCTEM-CGIL di Salerno.
Il congresso ha visto la partecipazione di oltre cento partecipanti, dei quali 58 erano stati delegati dalle assemblee di base svolte in tutte le aziende dove è presente la FILCTEM con suoi iscritti.
Il congresso si è aperto con la proiezione di un video di foto che riguardavano, sia la storia del sindacato dell’energia, dei chimici, dei tessili e dei manifatturieri, che momenti di attualità relativa all’attività dell’organizzazione.
Dopo la relazione del segretario uscente, Antonio D’Amato, alcuni ospiti hanno portato il loro saluto alla platea congressuale e successivamente si è aperto il dibattito.
Sono intervenuti 19 delegati, hanno dato il loro contributo al dibattito anche il coordinatore regionale Enzo De Caro, il Segretario della CGIL di Salerno Antonio Apadula e ha concluso i lavori Valentino Vargas della FILCTEM nazionale.
Le tre commissioni elette prime dell’avvio del dibattito hanno relazionato al congresso:
La commissione Verifica Poteri dopo i controlli previsti ha dichiarato valido il congresso.
La commissione Politica ha raccolto in un documento finale la sintesi del dibattito, con gli arricchimenti dei compagni Apadula e De Caro e le conclusioni di Vargas.
La commissione elettorale ha fatto le proposte di sua competenza, sia degli organismi dirigenti, che delle delegazioni ai congressi dei livelli superiori, che sono stati votati all’unanimità.
Infine, Vargas, nelle funzioni di centro regolatore, ha proposto la rielezione di Antonio D’Amato a segretario della FILCTEM di Salerno, che, come previsto dal regolamento del congresso è avvenuta a scrutinio segreto.
Lo spoglio ha confermato, con il 98% di consensi Antonio D’Amato Segretario della FILCTEM di Salerno.

ufficio stampa
5 Dicembre 2022
La definizione migliore, di questa manovra di bilancio, è stata data dalla vice segretaria generale della CGIL, Gianna Fracassi :” Non risponde alle esigenze, anzi è di cortissimo respiro” altro che manovra coraggiosa, come l’ha definita trionfalmente la maggioranza di governo.
La legge di bilancio, su inflazione ed energia, a cui sono destinati 21 miliardi in deficit, vedrà finire i suoi benefici col primo vento delle primavere; infatti le misure contro il rialzo dei beni energetici, durano solo pochi mesi
Dopo l’incontro con la Presidente del Consiglio, avvenuto lo scorso 9 novembre, i sindacati confederali avevano avanzato delle precise proposte, che però non sono state prese in considerazione
Nello specifico era stato chiesto un taglio del cuneo fiscale, la detassazione delle tredicesime, la detassazione degli aumenti contrattuali, e la detassazione dei benefici derivanti degli accordi di secondo livello.
Si era altresì richiesta l’uscita flessibile a 62 anni e il riconoscimento della diversa gravità dei lavori e del lavoro di cura.
Su questi ed altri temi la bozza di legge di bilancio non dà risposte significative, anzi peggiora le condizioni dei più poveri e dei precari.
Come se non bastasse, alcuni provvedimenti, invece, contenuti nella manovra, sono un vero e proprio schiaffo in faccia a lavoratrici, lavoratori, pensionati, pensionate, cittadini e cittadine.
.L’aumento dei Voucher, e l’allargamento della platea dei possibili fruitori, si abbattono su un mondo del lavoro che di precariato è ormai pervaso, riduce le tutele e i diritti a lavoratrici e lavoratori che già hanno visto, negli ultimi anni, il progressivo smantellamento di molte delle tutele e dei diritti conquistati.
L’aumento della flat tax fino agli 85.000 euro, insieme all’ennesimo condono fiscale, all’aumento del tetto del contante, così come l’esenzione dall’uso del POS fino a 60 euro, il depotenziamento della tassa sugli extra-profitti e il superamento del reddito di cittadinanza, sono provvedimenti iniqui e sbagliati.
La Corte dei Conti ha bocciato, senza mezze misure, tutto il complesso della manovra del governo Meloni, relativo a condono fiscale, al tetto dei contanti, e alla soglia del POS, oltre che bollare la flat tax come “incostituzionale” Insomma la manovra favorirebbe l’evasione fiscale, oltre ad essere “ non coerente” con il pnnr.
Viene modificato il meccanismo di indicizzazioni delle pensioni in essere, con un colpo di mano,senza alcun confronto preventivo tra le parti,e rimangiandosi le promesse fatte. nonostante i tanti proclami. Di fatto si sottraggono al sistema, 3,7 Miiardi di euro, tra taglio delle rivalutazioni in essere e abrogazione del fondo per l’uscita anticipata.
Insomma, questa è una una Finanziaria che, secondo la Cgil, “non interviene strutturalmente sulla pandemia salariale che sta impoverendo tutte le persone che per vivere devono poter lavorare dignitosamente, riduce di fatto le risorse necessarie per sostenere la sanità, la scuola ed il trasporto pubblico, non stanzia adeguate risorse per i rinnovi contrattuali dei pubblici dipendenti, mortificando il ruolo del lavoro pubblico, non modifica la legge Fornero e cambia senza alcun confronto preventivo il meccanismo di indicizzazione delle pensioni in essere”.
Pertanto, uno Sciopero generale di 8 ore è stato proclamato in Campania per venerdì 16 dicembre, con manifestazione regionale a Napoli in piazza del Plebiscito. Sono previsti interventi di delegate e delegati alle ore 10,30 e comizio conclusivo alle ore 11,30.
mdp
30 Novembre 2022
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Violenza sulle donne, domani flash mob davanti alle Camere del Lavoro della Cgil in Campania
Mercoledì 30 novembre le Camere del Lavoro della Cgil Campania in piazza ad Avellino, Benevento, Caserta, Napoli e Salerno per un flash mob per la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. L’iniziativa, annunciata in occasione del 25 novembre, ha visto protagonisti lavoratori e lavoratrici della Cgil, insieme, per far sentire la propria voce contro ogni forma di violenza sulle donne: domestica, lavorativa, psicologica, economica, dell’oppressione religiosa che viola la libertà, degli stupri di guerra che distruggono il corpo e l’anima più della morte stessa. “La violenza ha molti volti – dice in una nota la segreteria Cgil Napoli e Campania – e riconoscerla aiuta a vincerla”.
mdp
23 Novembre 2022
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Con la sottoscrizione del protocollo d’intesa “ La città a misura di donna”, siglato tra CGIL CISL UIL e l’Amministrazione Comunale di Salerno, si aprono le iniziative per la “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”
La sigla del protocollo, è avvenuta nel Salone del Gonfalone Palazzo di Città. Sottoscrittori, oltre al Sindaco Vincenzo Napoli, l’Assessore alle Politiche Sociali Signora Paola de Roberto, e le Confederazioni Sindacali CGIL CISL UIL, rispettivamente nelle persone di Antonio Apadula per la CGIL, Gerardo Ceres per la CISL, e Vera Buonomo per la UIL, unitamente ai Coordinamenti Donne Regionali. Responsabile del progetto per la CGIL di Salerno, è la Segretaria confederale Maria Sueva Manzione, la quale si farà promotrice, sul territorio provinciale, di ulteriori incontri, con altre amministrazioni, per la stesura di nuovi protocolli.
Il protocollo, nato nell’ambito delle risorse del PNRR, firmato il 23 Novembre us, è da considerarsi un progetto pilota, dal quale prenderanno le mosse una serie di iniziative, da esportare poi in altri comuni, piccoli e piccolissimi, della nostra provincia.
Il “focus” riguarda i bisogni sociali visti al femminile, maggior fruibilità degli spazi attinenti alla cultura, promuovendo programmi per il tempo libero, lo sport, la salute, ma anche iniziative più concrete come ad esempio la creazione di case rifugio per le donne vittime di violenza, e famiglie monogenitoriali. Non si può pensare a nuovi modelli di città, se queste non sono confacenti ai bisogni reali di chi le abita.
Numerosi sono i momenti di riflessione già aperti in città e in provincia, con performances ed iniziative in tutta la provincia, indirizzati ai cardini della qualità della vita: Salute, Servizi, Sicurezza, Sostenibilità. Mettere a valore la straordinaria occasione del PNNR, per realizzare veramente, finalmente, una “città a misura di donne” ,questa è la missione.
ufficio stampa
20 Novembre 2022
Pandemia, guerra, energia, crisi climatica, inflazione: lo choc del presente. Il rapporto Coop 2022
Dai dati presentati nel rapporto, realizzato come ogni anno dall’Ufficio Studi di Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori) con la collaborazione di varie società di ricerca, emerge, che gli abitanti dei principali Paesi europei sembrano aver già reagito al cambiamento in corso. È successo, infatti, che in Germania, Regno Unito, Francia e Spagna gli individui abbiano ridotto drasticamente i loro consumi, per far fronte alla nuova situazione di crisi economica.
Gli italiani, invece, sembrano ancora comportarsi come allegre cicale, ma è solamente una questione di tempo, e alla fine anch’essi rinunceranno a molti dei loro consumi abituali.
Nel Rapporto Coop 2022, infatti, dichiarano che a breve ridurranno le loro spese per ristorazione, viaggi e vacanze, abbigliamento, calzature e prodotti tecnologici. Come si afferma, sempre nel Rapporto Coop 2022, dovranno anche far fronte a una significativa riduzione della capacità di spesa (mediamente circa 2300 euro all’anno per famiglia.)
Pertanto, non solo rinunceranno a molti dei loro consumi, ma nel frattempo, cercheranno “tecniche” per continuare ad acquistare almeno una parte dei prodotti di cui solitamente si riforniscono. Già in passato, in situazioni analoghe, i consumatori italiani avevano ampiamente dimostrato di saper fare ricorso a molteplici strategie, in grado di consentir loro di fronteggiare una diminuita capacità di spesa.
Ad esempio, superando un certo tipo di snobismo, recandosi negli economici discount, oppure sceglieranno sugli scaffali dei supermercati, prodotti con marchi delle catene di distribuzione, spesso di qualità analoga, che solitamente hanno un costo inferiore, rispetto ai prodotti delle marche importanti; costi dovuti soprattutto alle campagne pubblicitarie.
Allo stesso tempo, però, cercheranno anche di acquistare sempre più online, andranno ai mercati rionali, acquisteranno dei prodotti usati e si rivolgeranno direttamente agli spacci aziendali dei produttori.
Insomma, di fronte al futuro prossimo, gli italiani, diventeranno sempre più attenti e selettivi, in tutte le scelte che praticheranno.
Inoltre, come emerge dal Rapporto Coop 2022, nell’ambito del settore alimentare, i consumatori rinunceranno ai più costosi prodotti di alta gamma (premium, gourmet) e a quelli biologici (in questo caso con una riduzione addirittura del 38%). Cercheranno invece con ancora maggior convinzione, prodotti locali a chilometri zero più economici. Non rinunceranno però più di tanto, alla tipologia di prodotti alimentari che adesso consumano.
Pur avendo la consapevolezza di poter ricorrere a queste strategie di risparmio, gli italiani sembrano comunque essere significativamente preoccupati per il loro futuro.
Il Rapporto Coop 2022 parla giustamente, a questo proposito, di una diffusa condizione di allerta. D’altronde, sono ben ventiquattro milioni, cioè più di un terzo, chi ha sperimentato nell’ultimo anno, una situazione di disagio che perdurerà nel tempo e, rispetto a un anno fa, sono ulteriormente cresciuti di sei milioni.
A fronte della difficile situazione odierna, aumenta il numero di coloro che non ce la fanno a sopportare la pressione, iniziando una serie di comportamenti eccessivi, capaci di generare perfino dipendenze! Così, ben tre quarti degli italiani ha dichiarato di aver fatto ricorso ad almeno un comportamento eccessivo.
Gli eccessi, a breve termine, possono essere vissuti come gratificanti vie di fuga dallo stress e dalla fatica di vivere, ma, a lungo termine, spesso generano delle forme di dipendenza psicologica.
I dati del Rapporto Coop 2022 mostrano come, gli ultimi anni, abbiano fatto registrare una significativa crescita di svariati comportamenti eccessivi, che creano dipendenza:
-di tipo nuovo, come l’utilizzo dello smartphone e la visione di serie televisive,
– di tipo tradizionale, come l’assunzione di alcolici, droghe e psicofarmaci, e la pratica di giochi d’azzardo, e scommesse sportive.
In conclusione, è evidente che il Rapporto Coop 2022 disegna un affresco dell’attuale situazione sociale ed economica a tinte fosche, e sembra presentare al momento poche vie d’uscita.
D’altronde, non fa che raccogliere e sistematizzare dei segnali concernenti la situazione che ci circonda.
(fonte coop a cura di ufficio stampa)