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RISCALDAMENTO GLOBALE. LE MAGNIFICHE SORTI E PROGRESSIVE

L’anno prossimo, la temperatura media globale dovrebbe arrivare a +1,2 gradi Celsius sulla media del periodo pre-industriale, ovvero il 1850-1900 con una forchetta compresa fra 1,08 e 1,32°C. La previsione del Met Office britannico è senza appelli: quest’anno andiamo verso +1,15°C di riscaldamento globale del Pianeta. Nell’Anno mille D.c. l’anidride carbonica era di 230 parti per milione (ppm) oggi il Pianeta ha superato la barriera di 400 ppm di Co2!
Quello che è finito, è stato uno degli anni più caldi della storia. Ma il 2023 si prospetta anche più caldo. Il servizio meteorologico nazionale del Regno Unito prevede che l’anno prossimo il riscaldamento globale raggiungerà valori anche più alti.
La Conferenza di Stoccolma, del Giugno del ’72, fu il primo appuntamento internazionale in cui si cominciò a parlare di protezione dell’ambiente, come condizione imprescindibile per una crescita armoniosa dell’umanità. Dall’incontro scaturì un documento, dove, per la prima volta, prendeva forma il concetto di sviluppo sostenibile.
Poi fu la volta di Rio, dove si definì la riduzione delle emissioni di gas serra che ciascun paese doveva realizzare. Seguirono decine di convenzioni quadro non vincolanti, fino al Protocollo siglato a Kyoto, in Giappone, dove i paesi firmatari si davano obiettivi volontariamente fissati, per ridurre le proprie emissioni di anidride carbonica entro il 2008-2012.
La previsione del Met Office stima che, nel corso del prossimo anno, la temperatura media globale sarà tra 1,08 e 1,32°C più calda della media della seconda metà del 19° secolo. Con un valore mediano di +1,2 gradi. La corsa del global warming, quindi, dovrebbe portare il mondo verso il 10° anno di fila in cui l’anomalia termica globale ha superato il grado.
A Sharm el Sheik, nel Novembre dello scorso anno, l’ultima conferenza in ordine di tempo sui cambiamenti climatici (COP27), ha riunito 45000 partecipanti. Il consesso, ha dovuto subito constatare che gli obiettivi, in termini di aiuti economici, previsti a Parigi, da parte dei Paesi sviluppati, di mobilitare congiuntamente 100 miliardi di dollari all’anno entro il 2020, non sia stato raggiunto. Ciò crea sfiducia da parte dei Paesi in via di sviluppo, ed un conseguente venire meno agli impegni assunti.
L’Europa da parte sua ha avviato il cosiddetto “Green Deal” europeo.
L’UE, si è data un piano e una tabella di marcia per realizzare le sue ambizioni in materia di clima. Riconosce la necessità di tutte le azioni politiche dell’UE, volte al conseguimento della neutralità climatica, e definisce una tabella di marcia per le iniziative legislative, e non, che aiuteranno l’UE a raggiungere tale obiettivo. Le azioni riguardano settori quali l’industria, i trasporti e la mobilità, l’energia e la finanza.
La normativa europea sul clima, che è al centro del “Green Deal” europeo, tradurrà gli impegni politici dell’Unione Europea in materia di clima, in un obbligo giuridico. Questo atto legislativo, definirà il quadro degli interventi che l’UE, e i suoi Stati membri, dovranno adottare al fine di ridurre progressivamente le emissioni, e conseguire infine l’obiettivo di realizzare una Unione Europea a impatto climatico zero, entro il 2050.
Alla luce dell’approvazione del bilancio a lungo termine dell’UE per il periodo 2021-2027 e di Next Generation EU, almeno il 30% della spesa totale dovrebbe essere destinato a progetti legati al clima.

Data di pubblicazione:
Autore: ufficio stampa

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