Chi Siamo

La CGIL ( Confederazione Generale del Lavoro) nasce nel 1906, il primo Ottobre.

E’ la più antica ma anche la più rappresentativa nel mondo del lavoro, con i suoi oltre cinque milioni di iscritti tra lavoratori attivi, pensionati, e giovani occupati nelle nuove professioni.

Due sono i concetti costitutivi della CGIL : il valore sociale del lavoro attraverso la riduzione delle disuguaglianze, e il valore della confederalità, attraverso il quale riuscire a rappresentare e tutelare l’interesse generale del mondo del lavoro in tutte le sue articolazioni. Ciò significa subordinare gli interessi particolari corporativi a quelli generali.

La CGIL si ispira e fa propri i principi contenuti nella costituzione della Repubblica Italiana, nata dalla lotta antifascista e nella Dichiarazione Universale dei diritti.

La CGIL è organizzata in strutture orizzontali denominate Camere del Lavoro ( sono 134 distribuite sul territorio nazionale) e in strutture verticali ( 12 federazioni di categoria) che rappresentano ed assistono i lavoratori iscritti alla CGIL, attraverso il rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro che riguardano ogni specifico settore.

Tra le categorie è presente lo SPI ( sindacato pensionati italiani) che organizza e tutela le pensionate e i pensionati iscritti alla CGIL.

LA CAMERA DEL LAVORO DI SALERNO

E’ il 23 Agosto del 1901, quando viene ufficializzata, durante un comizio sulla pubblica piazza, la costituzione della Camera del Lavoro di Salerno, allora la più importante area industriale del mezzogiorno d’Italia. Subito dopo la costituzione, già nel1902, il gruppo dirigente di Salerno inizia il lavoro di costituzione delle Leghe operaie. Nello stesso anno, il Primo Maggio, si registra il grande successo della manifestazione, risultato del lavoro politico negli opifici del salernitano, nel frattempo diventato uno dei centri industriali più importanti dell’Italia meridionale. Si sono intanto costituite leghe operaie alla Filanda, tra gli stampatori di tessuti,mugnai e pastai, lavoratori del porto. Altre Leghe risultano costituite nelle fabbriche della Valle dell’Irno. Iniziano i primi successi rivendicativi per l’aumento dei salari operai e per la riduzione dell’orario di lavoro. L’organizzazione paga.

Nel 1905 viene indetto uno sciopero, durato ben cinque giorni, degli operai addetti alla costruzione e posa di massi a difesa del litorale di Salerno, la reazione del padronato è immediata, e vede l’arresto di tre operai rei di essere iscritti alla Camera del Lavoro, sono anni duri! Superata la parentesi fascista, nel dopoguerra, il clima di repressione nelle fabbriche non accenna a diminuire. Nel 1952 viene licenziata un’operaia delle Manifatture solo perché candidata nella lista del PCI. Lo stabilimento viene occupato. Dopo tre giorni l’occupazione cessa spontaneamente, le operaie sfilano in corteo con ordine e pacificamente. Interviene allora la famigerata “ Celere” creata dal ministro degli interni Scelba, che con caroselli di jeep e manganellate disperde il corteo, operando numerosi fermi ed arresti, questi ultimi all’indirizzo degli attivisti sindacali. Nel 1954, inizia una serie di licenziamenti di operaie e operai alle Manifatture Cotoniere Meridionali di Angri. Le motivazioni sono dettate dall’arrivo di impianti di nuova concezione, ottenuti attraverso il piano Marshall (noto anche come ERP European Recovery Program) che prevedeva la fornitura, a titolo gratuito, di macchinari per permettere la ripresa. La gestione dei licenziamenti è una ghiotta occasione per espellere soprattutto operaie e operai di sinistra e attivisti sindacali.

Negli anni ’60 iniziano le prime rivendicazioni che porteranno ad un vero progresso della condizione dei lavoratori nel nostro Paese. Battipaglia apre la strada a quelle che sarebbero diventate le grandi lotte di massa.

All’inizio dell’Aprile del 1969, la SAIM (Società agricola industriale del Mezzogiorno) annuncia di voler chiudere le due aziende storiche del territorio : il tabacchificio, che occupa oltre 600operaie, e lo zuccherificio. In quegli anni Battipaglia contava circa 30000 abitanti, la maggior parte occupati in agricoltura e nelle industrie di trasformazione. La decisione della società infliggerebbe un colpo mortale all’economia di tutto il territorio,mettendo a repentaglio il reddito di buona parte della popolazione, che insorge mettendo in scena quella che passerà alla storia come la rivolta di Battipaglia. Al grido di “Difendiamo il nostro pane” parte un corteo di protesta, la popolazione si unisce ai dimostranti organizzati dai Sindacati. Viene occupata la stazione ferroviaria, da Roma viene lo sciagurato ordine di liberare i binari e gli scontri diventano inevitabili. Iniziano le cariche. La popolazione erige barricate improvvisate e risponde con sassaiole. Sul far della sera il dramma. La folla, abbandonata la stazione ferroviaria, si dirige verso il Commissariato di Battipaglia, dove si trovano, asserragliati in preda al panico, un centinaio di agenti tra carabinieri e poliziotti che, persa la testa, iniziano a sparare all’impazzata. Cadono uccisi un giovane operaio ed una insegnante che seguiva gli scontri dalla finestra della sua casa. Alla fine si conteranno, oltre ai due morti, circa 200 feriti, la metà dei quali raggiunti da colpi di arma da fuoco. Immediatamente vengono convocate a Roma le organizzazioni sindacali che raggiungono un accordo per la riapertura delle due fabbriche.

Si è sparato e purtroppo si sparerà ancora nelle lotte di lavoro nel nostro Paese, non morirono per caso i due cittadini di Battipaglia, ma a causa di un uso colpevole e spregiudicato della polizia nei conflitti sociali.

IL FUTURO

Tutte le vicende narrate fin qui riguardano il passato. Si riferiscono ad avvenimenti che quanti hanno meno di una cinquantina d’anni neppure ricordano, per questo va dato a ciascuno il suo, ricostruire la storia, magari a grandi linee, di una esperienza importante come quella della Camera del Lavoro di Salerno, ma occorre soprattutto guardare al futuro.

Il mondo si è trovato davanti ad altre rivoluzioni epocali, determinate dal progresso della tecnica, tutte le precedenti avevano moltiplicato la forza fisica, ma la rivoluzione digitale moltiplica la velocità e la forza del pensiero, della comunicazione e rende tutto più raggiungibile ed a portata di mano con un clic. L’informatica non riduce le distanze,le cancella! La CGIL ha avviato un profondo processo di autoriforma, aprendo decisamente alle donne, ai giovani, alle nuove professioni, pur rimanendo saldamente ancorata ai suoi principi fondanti: solidarietà, uguaglianza, difesa dei più deboli, respingendo il canto delle sirene dei fondamentalisti del mercato, perché la CGIL ritiene che i suoi principi siano di gran lunga più importanti del mercato stesso. Certo, la politica sembra interessarsi poco ai giovani,invischiata come è nella rissa continua tra i due schieramenti, legittimando così l’antipolitica, il qualunquismo, i Vaffa.

Nuove sfide attendono la CGIL e anche la Camera del Lavoro di Salerno è pronta a raccoglierle, con i suoi iscritti, il suo gruppo dirigente, il suo sistema dei servizi radicato nel territorio, per adempiere così alla missione per cui è nata: difendere il valore del lavoro tutelare i diritti delle donne,dei giovani,dei disoccupati.

Solverwp- WordPress Theme and Plugin