Elementor #534

A Fianco della CGIL c’erano movimenti per la pace, tutti i partiti della sinistra, associazioni di volontari impegnate nel sociale, i giovani di Sinistra Italiana, alcuni collettivi di studenti delle scuole romane, le bandiere di “Libera”, Emergency con il suo striscione. Tra la folla si sono visti Massimo D’Alema, Enrico Letta, i ministri Speranza e Orlando, il candidato al comune di Roma Gualtieri. Non mancava Giuseppe Conte, con una delegazione Cinque Stelle, ma anche Di Maio, la Taverna, alcuni esponenti di Articolo Uno, e Dema, il movimento di Luigi De Magistris. Sul palco Sergio Cofferrati vicino a don Luigi Ciotti il quale, nel suo intervento, ha denunciato come la violenza dei fascismi e dei sovranismi, nasca da una società disgregata. Dopo gli interventi di Sbarra, CISL, e Bombardieri, UIL, l’atteso intervento di Maurizio Landini a chiusura di questa giornata di mobilitazione. “L’attacco alla CGIL è un attacco alla dignità del lavoro di tutto il Paese, questa piazza chiede atti concreti, lo Stato dimostri la sua forza democratica nell’applicare le leggi e i principi della Costituzione, noi siamo qui non per difendere qualcuno, ma per difendere la democrazia, dedichiamo questa giornata- ha proseguito Landini- ai giovani, perché vivano in un paese migliore, senza guerre e senza fascismo” Poi “Bella Ciao”, cantata a squarciagola da tutta Piazza San Giovanni, a suggellare lo slogan dello striscione della Fillea di Roma “Noi con i fascisti abbiamo finito di parlare il 25 Aprile del 1945”
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