– Signora mia, che scandalo
– Davvero. Una cosa da non credere
– Io sono basita
– È la fine
– Ha visto i risultati delle elezioni?
– Eh si! Ha vinto la Meloni, Fratelli d’Italia primo partito e il PD sotto il 20%
– Finalmente è l’ora della destra!
– Cara mia, colpa dell’astensionismo, il più alto di sempre
– Colpa dei social che promuovono il nulla
– Colpa dei giovani che non sanno più nulla
– Ma l’Italia non è di destra
– Mia cara, infatti le elezioni le ha perse la sinistra
– Caspita! E perché?
– Mia cara, colpa della legge elettorale!
– E di quelli che non sanno nemmeno chi fosse Pertini.
– Mentre noi…
– Per fortuna noi sapevamo tutto e sapevamo come votare.
– Posso dirle una cosa?
– Sì
– Certo che è dura invecchiare
– Già. Tanto più che io non so neanche perché ho votato ancora a sinistra.
– Nemmeno io.
– Clic
Mese: Settembre 2022
– Signora mia, che scandalo
– Davvero. Una cosa da non credere
– Io sono basita
– È la fine
– Ha visto i sondaggi?
– Almeno il 40% degli italiani, soprattutto giovani, non ha ancora deciso se andrà ai seggi il 25 settembre. Colpa dei social che promuovono il nulla
– Colpa dei giovani che non sanno più nulla
– Ma dietro a quel “disgusto”, soprattutto dei giovani, c’è qualcosa di più?
– Mia cara, Dalla fine della Prima Repubblica (1994), in 28 anni si sono succeduti i governi a guida Berlusconi, Dini, Prodi, D’Alema, Amato, Berlusconi, Prodi, Berlusconi, Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte 1, Conte 2, Draghi.
– Caspita! Quindici presidenti del Consiglio, uno ogni un anno e mezzo.
– Mia cara, colpa di quelli che parlano in corsivo.
– E di quelli che non sanno nemmeno chi fosse Strehler.
– Mentre noi…
– Per fortuna noi sapevamo tutto e non facevamo mai cretinate. Altrimenti chissà che ragazzi saremmo stati.
– Posso dirle una cosa?
– Sì
– Certo che è dura invecchiare
– Già. Tanto più che io non so neanche cosa andrò a votare.
– Nemmeno io.
– Clic
COMUNICATO STAMPA
Dopo gli episodi dei mesi scorsi, proseguono gli attacchi mirati alle sedi della CGIL.
Questa volta è “toccato” alla ns. Sede della Filt CGIL di Salerno, dove stanotte qualche codardo e vigliacco ha pensato bene di vandalizzare la sede, distruggendo ogni cosa che si trovava davanti, procurando ingenti danni.
Sull’accaduto sta indagando la polizia, intervenuta sul caso dopo la segnalazione del Segretario Generale Provinciale della Filt, Gerardo Arpino, che stamattina nel recarsi di primo mattino nella sede si è trovato davanti ad uno spettacolo indegno per un Paese civile.
Parliamo di attacco mirato perché nello stesso stabile è ubicata anche la sede della UIL Trasporti che è rimasta
“fortunatamente” indenne da qualsiasi danno.
Certamente è un atto intimidatorio e dimostrativo visto che dalla sede non è stato asportato niente, pur essendoci diverse attrezzature informatiche facilmente “trasportabili”
Quando si colpisce una sede sindacale si vuole colpire un presidio di libertà. Le sedi sono luoghi frequentati dai lavoratori e dalle lavoratrici, quindi l’attacco di ieri notte è un attacco a tutto il Mondo del lavoro ed alla democrazia.
L’ennesimo vile attacco ad una sede della CGIL è di per sé grave perché richiama purtroppo un obiettivo storico di un avamposto della democrazia che non va affatto sottovalutato.
È già successo durante il ventennio fascista, e oggi come allora non ci faremo intimidire e confidiamo che tutta la cittadinanza, oltre che tutte le forze politiche, condannerà questo ennesimo attacco alle forze democratiche di questo Paese.
Il Segretario Generale della CGIL di Salerno, Antonio Apadula unitamente ad un folto numero di lavoratori e dirigenti sindacali hanno già da stamattina portato il proprio contributo di solidarietà, raggiungendo nella propria sede il Segretario Provinciale della Filt CGIL di Salerno, Gerardo Arpino
Confidiamo, pertanto, nel lavoro delle Forze dell’Ordine che dovranno individuare gli autori e la matrice dell’ignobile gesto.
CGIL di Salerno Segretario Generale Antonio Apadula
Filt CGIL Salerno
Segretario Generale Segretario Generale
Gerardo Arpino

Le anticipazioni del rapporto Svimez 2022 fotografano un quadro preoccupante e confermano quanto già la CGIL sostiene da qualche tempo. Il Mezzogiorno esce a fatica dalla crisi innescata dal Covid-19 e soffre più del Nord e del Centro gli effetti del caro-prezzi e della guerra in Ucraina. Secondo la Svimez a fronte di una crescita media del Pil al 3,4 per cento nel 2022, quello Mezzogiorno aumenterà solo del 2,8% a fronte del 3,4% del Nord.
Le conseguenze della guerra, sommate a quelle della pandemia, fanno sì che, dopo la parentesi del 2021, tornino a presentarsi dinamiche divaricanti tra nord e sud: rallenta la crescita e l’inflazione importata, colpisce le fasce di reddito più deboli concentrate particolarmente nel Mezzogiorno.
Anche il lavoro è in grande sofferenza, il recupero dell’occupazione si fonda quasi esclusivamente su contratti di lavoro a termine, e tempo parziale involontario, che ha ormai “sostituito” il lavoro stabile. Una maggiore incertezza, sul futuro, ma anche di una maggiore povertà, frenano i consumi, i dati sono impietosi: un terzo delle famiglie del Mezzogiorno si colloca nel 20% delle famiglie più povere, ciò si traduce immediatamente in un maggiore impatto dell’inflazione e di riduzione della spesa.
Le imprese del Mezzogiorno, ci dice Svimez, sono più esposte delle altre nel resto del Paese allo shock della guerra e agli aumenti dei costi dell’energia. I costi dei trasporti nel Sud sono oltre il doppio che nel resto del Paese, nel complesso, il sistema economico meridionale è più fragile.
Le attese di sviluppo legate all’avvio del Pnnr, rischiano di rimanere frustrate. “Se gli enti locali del Mezzogiorno non dovessero invertire il trend e rendere più efficiente la macchina burocratica – si legge nelle anticipazioni del Rapporto Svimez 2022 – avrebbero dei tempi molto stretti per portare a conclusione le opere nel rispetto del termine ultimo di quadratura fissato per il 2026”. La Svimez calcola che nel Sud gli enti locali impiegano in media 450 giorni in più per realizzare le infrastrutture del Pnrr rispetto al Centro Nord.
“Non ci sarà ripresa credibile per il Paese se questa non sarà per il Paese intero”. Il
Mezzogiorno era e continua ad essere la grande questione nazionale irrisolta
Ciò impone una serie di scelte che, intervenendo su storici problemi strutturali, si pongano l’obiettivo di colmare le profonde disuguaglianze economiche e sociali, di cambiare, seguendo la direzione dello sviluppo sostenibile, il modello di specializzazione produttiva al Sud, di offrire una prospettiva diversa, e quindi non precaria come avviene oggi, ai suoi giovani.
Alla luce di tutto ciò, la CGIL,si è data appuntamento a Bari, presso il Teatro Comunale Niccolò Piccinni il giorno 7 Settembre per un’iniziativa sul Mezzogiorno, coinvolgendo delegate e delegati di tutte le regioni del Sud. Sono state avanzate anche diverse proposte di merito da realizzare, alcune di queste, per rispondere alle emergenze ed invertire la tendenza in atto.
L’iniziativa, si è conclusa con l’intervento del Segretario Generale Maurizio Landini, ha visto una nutrita e partecipata presenza della CGIL di Salerno, guidata dal Segretario Generale Antonio Apadula
A cura di Ufficio Stampa CGIL Salerno
Il Comitato Direttivo Provinciale della Federconsumatori di Salerno,il giorno otto Settembre, alla presenza del Presidente Regionale, Giovanni Berritto e del Segretario Generale della CGIL di Salerno, Antonio Apadula, ha eletto all’unanimità, Gerardo Barrella quale nuovo Presidente.
Ex tecnico delle Ferrovie dello Stato, già assessore al comune di Baronissi, è stato, Segretario Generale dello SPI Provinciale di Salerno, che ha guidato con mano sicura , facendolo diventare una delle categorie più rappresentative della Campania. Succede a Emilia Muoio, alla quale vanno i ringraziamenti per il lavoro svolto.
. “Ringrazio per la fiducia accordatami dal Direttivo Provinciale e dai Centri Regolatori Regionali e Nazionali della Federconsumatori e la CGIL Provinciale di Salerno.
Dopo essermi impegnato nella tutela dei Pensionati, oggi ho l’occasione di svolgere un ruolo nel quale mi sono sempre identificato per la tutela dei più deboli,
Lavoreremo per essere vicini a tutti i cittadini e rispondere in maniera adeguata alle richieste che giungeranno ai nostri sportelli.
In una società che ha sempre di più la necessità di difendere i cittadini meno abbienti dalla “Macchina Burocratica” e dare voce al singolo cittadino che avrebbe difficoltà ad interloquire e rappresentare i propri disagi, il ruolo della Federconsumatori, in sinergia con altre Associazioni di tutela, assume un ruolo principale e decisivo”
Questa la sua prima dichiarazione, non resta che augurare buon lavoro al Compagno Gerardo Barrella.
L’ultimo rapporto dello SVIMEZ non lascia margini di dubbio: il Sud è in caduta libera. I dati forniti sono spaventosi. PIL e saldo occupazionale sono in picchiata; un terzo della popolazione è oramai a rischio povertà e i soggetti più esposti sono ovviamente donne e giovani, e se si considera che il 70% dei posti di lavoro persi nel nostro Paese sia al Sud, e che la fascia di età che va dai quindici ai trentaquattro anni sia la più penalizzata il quadro sia completo.
Secondo lo Svimez, a fronte di una crescita media del Pil del 3,4 per cento nel 2022, quello del Mezzogiorno aumenterà solo del 2,8% a fronte del 3,4% del Nord-Ovest e del 4,7% del Nord-Est, ma in linea con l’Italia centrale. Nel 2023 andrà anche peggio, con una media dell’1,5% il Pil del Mezzogiorno non arriverà neanche all’1%, contro l’1,9% del Nord-Ovest e l’1,4% del Nord-Est e questa volta un buon recupero del Centro, che si attesterà all’1,7%. Il divario permane anche nel 2024.
A risentirne è soprattutto il lavoro: il recupero del dato occupazionale, si fonda quasi esclusivamente su contratti di lavoro dipendente, a termine e tempo parziale involontario, che ha “sostituito” il lavoro stabile. In conseguenza di una maggiore incertezza, e anche di un’acuita povertà, frenano i consumi, poiché più di un terzo delle famiglie del Mezzogiorno si colloca nel 20% delle famiglie più povere del nostro Paese.
Lo squilibrio territoriale, si traduce immediatamente in un maggiore impatto dell’inflazione, e di riduzione della spesa.
Molti governi si sono cimentati nel corso degli anni, mettendo in atto politiche di sostegno, creando istituti di credito ad hoc, nel tentativo di attirare investimenti al Sud, i risultati sono stati rovinosi! Visitate le zone industriali, le zone di sviluppo artigianale, i distretti specialistici di questa o quella produzione, troverete ruderi e macerie in un paesaggio desolante da “Day After”.
Gli investimenti di rapina, fuori dal contesto sociale e culturale hanno lasciato alle loro spalle il deserto, con buona pace dei politici che li hanno sponsorizzati, cedendo forse alla corruzione, con la sola finalità di raccogliere consensi elettorali.
Forse i risultati sarebbero stati diversi se si fosse tenuto conto del fatto che c’è un altro Sud! C’è un Sud con la sua cultura, con una sua idea delle cose e sul come farle, che ha un suo patrimonio culturale, che potrebbe rialzarsi da solo, se solo gli si consentisse di ripartire da ciò checondivide, non da ciò che è stato artatamente importato, cioè la cultura dell’industrializzazione.
Nel Mezzogiorno vi è uno straordinario patrimonio culturale. La cultura può e deve essere una delle leve essenziali per affondare il gap che segna il sud dal nord del Paese, la CGIL l’ha affermato con decisione a Bari, in un’iniziativa che si è svolta nei giorni scorsi.
Per L’unità e la crescita del paese, questo lo slogan con cui si sono aperti i lavori a Bari. Dal dopoguerra a oggi tutti i progetti di sviluppo sono stati calati dall’alto. Progetti che hanno negato le specificità, le vocazioni; si è sempre trattato progetti estranei alla cultura del Sud, che non hanno tenuto conto della ricchezza dei territori, delle bellezze naturalistiche, delle sue comunità che conservano preziose testimonianze della loro cultura arcaica, dei giacimenti culturali straordinari ridotti in stato di abbandono.
Occorre ripensare il modello di sviluppo per il Sud, prima che sia troppo tardi. Per questo motivo ”C’è bisogno di un sistema nazionale della cultura, che indichi i livelli essenziali delle prestazioni, per far questo occorrono risorse destinate, e il Pnnr può essere un’occasione formidabile, occorrono però le volontà politiche” Questo il passaggio dell’intervento del Segretario Generale della CGIL, nelle sue conclusioni.
Ribaltare la tendenza in atto è fondamentale. Per cogliere fino in fondo le opportunità offerte dai finanziamenti europei, bisogna compiere delle scelte politiche chiare, efficaci, e condivise, gestite da una “governance” chiara e partecipata. La CGIL, raccoglie la sfida, è pronta con proposte indicando le priorità necessarie, dando così il proprio contributo.